Strategie aziendali ai tempi del Covid-19: quali prospettive per le PMI?

PMI e Covid-19: il nostro bilancio sulla Fase 1 e gli insegnamenti che ne abbiamo tratto per la Fase 2

portainserto tagliatrici a catena AR

Dal 17 marzo ad oggi PMI e imprenditori hanno dovuto affrontare un percorso ad ostacoli, caratterizzato da fasi contrastanti: la carenza di omogeneità e di chiarezza nella gestione dell’emergenza Covid-19 sul fronte della regolamentazione delle attività produttive e commerciali e la rapida evoluzione della situazione hanno messo le PMI di fronte ad una scelta obbligata: meglio fermarsi, oppure riorganizzarsi per provare ad arginare il danno?

L'opportunità di rimanere operativi in Fase 1 ci ha dato, se non altro, alcune indicazioni sulla cui base elaborare una strategia per la Fase 2.

 

Come è possibile per un’azienda metalmeccanica di Verona come A.R. Costruzioni Meccaniche, il cui business è localizzato in un territorio fortemente colpito dall’emergenza (e quindi dal lockdown) e la cui attività è incompatibile con il tanto discusso Smart Working, adattarsi tanto rapidamente ai cambiamenti in corso? Con quali risultati nel breve termine? E con quali prospettive per le fasi future?

Fase 1: i primi passaggi della riorganizzazione aziendale

Anche per noi di A.R. Costruzioni Meccaniche, come per le altre aziende che rappresentano il 9,5% delle imprese dell’area meccanica che - secondo il Sole 24 Ore - hanno potuto continuare le attività anche in fase di lockdown, la parola d’ordine è stata fin da subito responsabilità.
Innanzitutto, nei confronti del nostro team: distanziamento, dispositivi individuali e riorganizzazione dei turni di lavoro sono diventati la regola, adottando standard di sicurezza ancora più elevati rispetto a quelli imposti dai decreti.
Ma anche responsabilità nei confronti delle aziende partner: per prima cosa, abbiamo messo da parte timori ed incertezze per onorare gli impegni già sottoscritti con i clienti, convinti del fatto che assicurare la continuità sia fondamentale per poter riprendere a pieno ritmo domani

In secondo luogo, dopo aver capito (fra decreti, deroghe e consulenze) che in qualità di attività produttiva industriale fornitrice di aziende delle filiere necessarie eravamo autorizzati a non fermarci, ci siamo adoperati per identificare modalità e strategie che motivassero a livello di business la scelta di rimanere operativi.  

Abbiamo ridotto forza lavoro e orari di attività, e scelto di beneficiare della cassa integrazione Covid, attivandola per tutto il personale ma usufruendone a rotazione e su necessità effettiva. Parallelamente abbiamo adottato misure di gestione personalizzate sulla base delle esigenze specifiche del team, anticipando le ferie e in alcuni casi la cassa integrazione.  
A livello strategico abbiamo deciso di rivedere la programmazione delle attività produttive (ordinariamente su base mensile) rimodellandola su base settimanale, così da adattare meglio la macchina organizzativa alle reali esigenze produttive in un momento in cui le previsioni a medio o lungo termine non erano possibili.

Questa riorganizzazione lavorativa ci ha permesso di garantire supporto a quelle aziende (già nostre partner) che per il particolare ambito produttivo si sono trovate a dover far fronte con urgenza estrema ad un’impennata di richieste: aziende che producono tecnologie per la sanificazione degli ambienti, presidi medico-chirurgici, dispositivi utilizzati in area medicale, ma anche macchinari per il settore alimentare e packaging

covid 19 protocollo azienda

Rallentare non significa fermarsi: la ripartenza necessita di strategia

Rimane innegabile che, a livello di ricavi, nel settore della meccanica le perdite risultano ingenti anche per le PMI che hanno avuto l’opportunità di continuare a lavorare. Al contempo, all’alba della Fase Due, possiamo dire che ciò ci hanno permesso quantomeno di evitare il fermo macchine e i costi extra che esso avrebbe comportato. Inoltre, ci ha dato la possibilità di mantenere il focus sull’importanza di una strategia imprenditoriale: la “ripartenza” non è il punto di arrivo che segue il lockdown, ma un percorso per il quale abbiamo iniziato a prepararci prima.

Noi stiamo provando a farlo concentrandoci su alcuni aspetti che, per la verità, sono sempre stati centrali nella storia aziendale: attenzione al territorio, diversificazione e performance produttive.

Prospettive per il prossimo futuro: identificazione degli elementi su cui puntare per la Fase 2

Sul lato tecnologico siamo già pronti: negli ultimi anni abbiamo ampliato con continuità il parco macchine, inserendo centri di lavori multitasking per tornitura e fresatura con l’obiettivo di essere sempre più veloci nella gestione delle commesse e di poter lavorare senza alcuna interruzione oraria. Abbiamo anche puntato sull’Industria 4.0 e adottato tecnologie che ci consentono il monitoraggio da remoto dei macchinari che lavorano in non presidiato: possiamo verificare ‘a distanza’ l’avanzamento della produzione e siamo informati in tempo reale di errori e anomalie, così da poter intervenire tempestivamente. Oggi abbiamo il tempo di concentrarci su pianificazione, progettazione e programmazione, per prepararci a gestire al meglio non solo le commesse continuative ma anche le tante richieste di carattere urgente che spesso riceviamo, così da ampliare il range di commesse e ridurre le quantità minime che possiamo accogliere. 

Altro concetto al quale siamo affezionati da sempre è quello della diversificazione: in 40 anni abbiamo acquisito esperienza in ambiti molteplici. Oggi stiamo identificando e cercando di costruire una più ampia rete di rapporti con aziende appartenenti a quei settori che pensiamo possano rivelarsi cruciali per noi, quando la ripartenza avrà inizio.

Infine, puntiamo con convinzione sul territorio. Lo abbiamo sempre fatto, forti dell’idea che la centralizzazione dei processi e la vicinanza geografica portino con sé vantaggi a livello di precisione e tempi delle commesse.
In un’ottica di convivenza con il virus, è ipotizzabile che outsourcing e delocalizzazione diventino una scelta ancor meno appetibile per le imprese tecnologicamente più evolute e che puntano alla qualità: supply chain più locali permetteranno di garantire non solo maggiore rapidità, ma soprattutto controllo e visibilità.
Inoltre, la situazione attuale ha portato ad una rivalutazione generale del concetto di territorialità, sia a livello economico che ideologico. Ci auguriamo che Istituzioni e imprese continuino a ricordarlo anche ora che il lockdown è finito, durante la conseguente regressione ma soprattutto durante la ripresa che seguirà, speriamo il più presto possibile.